Il fenomeno del Brigantaggio nel meridione d’Italia rappresenta un capitolo importante della nostra storia post-Unificazione. Un momento storico che un secolo e mezzo dopo continua a vivere grazie ad uno speciale percorso trekking, il Cammino dei Briganti.
Si tratta di un viaggio storico-naturalistico lungo 100 km, che si svolge in sette tappe a quote non troppo alte (fra 800 e 1300 metri di altezza) e che appunto ripercorre le tracce seguite dagli antichi briganti che scorrazzavano nella zona tra la Marsica e il Cicolano, al confine tra Lazio e Abruzzo, vale a dire lungo quella che un tempo rappresentava la linea di demarcazione tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie in mano ai Borboni.
Tra antichi paesi e natura incontaminata, il Cammino si sviluppa tra la Val de’ Varri, la Valle del Salto e le pendici del Monte Velino, zone che hanno visto in passato la presenza dei briganti che si spostavano per sfuggire alle forze Sabaude che arrivavano dal nord.
In principio i “briganti” non erano altro che paesani, uomini di montagna che conoscevano bene il territorio in cui vivevano, fedeli al vecchio regime dei Borboni e trovatisi costretti a dover modificare le loro condizioni di vita a causa del nuovo sistema politico creatosi con l’Unificazione.
In breve le rivolte popolari si trasformarono in vere ribellioni e chi non voleva sottostare agli oppressori di quell’epoca divenne da “spirito libero” a fuorilegge. Si creò una sorta di partigianeria che combatteva nell’ombra contro l’invasione dei Sabaudi dal nord, rei di aver decuplicato le tasse a persone che già soffrivano la fame e imposto l’obbligo della leva a giovani che non potevano smettere di lavorare la terra per una questione di mera sussistenza dell’intera famiglia.
I briganti preferirono così vivere in piena clandestinità, proprio nel territorio situato al confine tra i due Stati, diventando così dei malviventi. Il fenomeno ha avuto spesso risvolti drammatici, caratterizzato da atti di banditismo vero e proprio, tra rapimenti, riscatti, violenza e soprusi, subìti o perpetrati dalle “bande” della zona.
Il fenomeno del Brigantaggio, però, ci ha lasciato anche la bellezza dei territori in cui questo prese forma: la storia di una natura selvaggia e di piccoli borghi laziali ed abruzzesi che si snodano lungo il cammino naturalistico, immersi nel verde della montagna, in luoghi ricchi di storia, tradizioni e cultura, dove il tempo sembra essersi fermato.
Il percorso è ad anello, con partenza e ritorno a Sante Marie, piccolo paese in provincia de L’Aquila in cui le vicende legate al Brigantaggio hanno lasciato il segno. Non a caso qui è presente il Museo del Brigantaggio che raccoglie cimeli, documenti, armi e foto dell’epoca.
Attraverso la Marsica e il Cicolano, con immersione nella suggestiva Riserva naturale Montagne della Duchessa, il Cammino si sviluppa in aree incontaminate e tutte da scoprire, passando anche per il suggestivo borgo di Cartore, che diede il nome e fu la base della banda di briganti più temibile dell’epoca.
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