I colori dell’argilla e della pietra. Grandi spazi e case bianche addossate l’una all’altra, il sole e i segni della Magna Grecia lungo stradine arcaiche. Capita a noi italiani, e ancora più agli stranieri che per la prima volta mettono piede in Basilicata e Puglia, di scoprire una terra che non ti aspetti dove le sorprese e i contrasti ubriacano di meraviglia.
Tra gli ambasciatori di questi angoli del Sud c’è Ferula Viaggi, il tour operator nato dalla passione di due fratelli, Dora e Michele Cappiello, che insieme ad altri soci, da più di 10 anni portano comitive di viaggiatori nei paesaggi lunari della Lucania e nei vicoli illuminati di barocco e di vita della Puglia.
“La sorpresa più grande per i nostri viaggiatori - spiega Michele - è trovare terre così diverse eppure altrettanto ricche di tesori, della natura e dell’arte”.
Nascete nel 2002 come cooperativa di guide turistiche, poi il grande salto come agenzia di incoming, con proposte di vacanze attive. Vi potete definire dei pionieri e non solo al Sud?
In effetti è così. Quando abbiamo aperto Ferula e abbiamo cominciato a vendere tour con proposte di escursioni a piedi e in bici, qui in Basilicata, eravamo da soli. Poi, il nostro esempio è stato seguito da altri e oggi abbiamo colleghi e “rivali” ma in questi anni siamo cresciuti al punto da allargare le nostre proposte anche alla Puglia e non solo, spesso sommersi dalle richieste del mercato estero.
Perché avete scelto di puntare soprattutto sui visitatori stranieri?
Abbiamo pensato che per un italiano è molto più semplice organizzarsi e partire in autonomia, pianificando da solo la vacanza. A maggior ragione in un periodo problematico per l’economia come quello che sta vivendo l’Italia. Viceversa, partecipando alle borse internazionali del turismo, abbiamo subito ricevuto grande interesse dai buyers stranieri, dall’Europa fino ad America e Australia. Oggi il nostro lavoro è fatto per l’85% di incoming e per il resto di mercato interno, soprattutto scolastico.
In che modo vi fate conoscere e vi conoscono?
Il web è senz’altro il canale principale. Tanto interesse, anche di privati, arriva dalla Rete e oggi è il primo strumento per cominciare a studiare una destinazione. Poi lavoriamo bene anche con le borse internazionali del turismo che ci aprono altri canali.
E’ pensando agli stranieri che avete subito lanciato proposte di vacanza attiva?
A dire il vero, io sono un appassionato di trekking ed è stato naturale caratterizzare le vacanze con la possibilità di escursioni a piedi. Poi abbiamo inserito anche il cicloturismo e oggi la bici è l’attività più richiesta. Poi ci sono anche altre attività, come i corsi di cucina e le degustazioni.
Perché il nome Ferula?
E’ una pianta selvatica molto diffusa al Sud e si porta dietro la leggenda che Prometeo abbia portato il fuoco agli uomini nascondendolo nel suo fusto secco.
Le radici della Magna Grecia, l’incanto dei Sassi di Matera, la costa pugliese e il barocco leccese. Che cos’altro proponete nei vostri tour?
Proponiamo la Basilicata in ogni sua sfaccettatura e così per la Puglia. Gli stranieri restano sorpresi dalla diversità di queste terre del Sud: da una parte la natura e i grandi spazi lucani, con strade deserte che portano dal mare alla montagna e ai castelli federiciani; dall’altra i borghi che formicolano di vita e di arte. Ma non solo. Gli stranieri tendono a ritornare per scoprire altro e noi stiamo allargando il nostro raggio d’azione, per offrire anche la Costiera Amalfitana, la Sicilia e la Calabria. Quello che piace, oltre all’arte, alla natura e alla buona tavola, è la grande ospitalità della gente del Sud, immediata in Puglia e più sobria in Basilicata ma sempre caratterizzata da gentilezza e spontaneità.
“Slow traveling”, scoprire senza fretta: una formula che il Sud esprime alla perfezione…
Sì, il turista oggi chiede di vivere emozioni, attività e incontri, oltre che scoprire luoghi. E questa è una vocazione naturale per il Sud, in particolare per la nostra terra. I buyer nord-europei e americani sanno che possiamo accontentarli, con tour che, oltre al cicloturismo e alle escursioni a piedi, prevedono soste nelle fattorie o nei caseifici, la sistemazione in piccoli alberghetti a conduzione familiare, dove ci si sente a casa e così via…
Dunque, quello del “viaggiare slow”, tra arte e natura, è un settore che può crescere ancora molto, in Basilicata?
Ne sono sicuro, è un segmento su cui bisogna investire perché ha ancora grandi potenzialità. Le destinazioni del Sud rappresentano mete di viaggio uniche ma la Basilicata sconta un grande ritardo rispetto ad altre regioni, che sul turismo hanno investito e costruito da almeno un secolo. Da noi il mercato è ancora giovane e non siamo ancora una meta affermata, che può contare su strutture e sinergie consolidate.
La designazione di Matera a capitale europea della cultura nel 2019, secondo gli esperti, avrà un impatto economico di 30 milioni di euro. Lo slogan con cui la città si è candidata è “open future”. E’ già cominciato questo futuro?
Ancora no, da quello che ho potuto vedere. C’è interesse da parte degli stranieri che hanno letto articoli e visto servizi televisivi ma non mi sembra che ci siano ancora programmi efficaci per un’adeguata promozione turistica. Le istituzioni devono coordinarsi per non perdere quella che è una grande, grande occasione per la nostra città e, di conseguenza, per la regione. Questi eventi non si esauriscono nella loro durata e in un angolo di territorio ma provocano un’onda lunga che porta a risultati positivi per tutti. Serve una visione condivisa della promozione turistica e dobbiamo essere tutti all’altezza della bellezza e delle potenzialità della nostra terra. C’è di sicuro consapevolezza nelle istituzioni ma è tempo di cominciare a lavorare perché questa designazione non resti solo un titolo ma diventi lo strumento per far fiorire cultura, turismo e quelle potenzialità ancora inespresse.
INFO:
www.ferulaviaggi.it
www.materaturismo.it
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