• Tour su due ruote: Milano-Sulmona

Da Milano a Sulmona in bicicletta #2

Pedalando fra Ferrari, lambrusco, colline e tigelle. Seconda tappa del nostro viaggio verso l'Abruzzo: da Parma ci immergiamo nel bolognese, tra campi coltivati e tanto buon cibo

Ercole Giammarco

Da Milano a Sulmona in bicicletta #2
LE COLLINE PARMENSI

Ore nove, stazione di Parma. Lorenzo è arrivato, in treno, da Milano. Si pascola un po’ fra Palazzo della Pilotta, il Battistero e la Cattedrale. Poi andiamo a caccia di un market aperto, per prendere della crema solare, che i nostri nasi e le nostre braccia chiedono a gran voce. E il viaggio riprende.

Non è più pianura: pedaliamo i bordi delle colline parmensi, che ho visto decine di volte, lontane, dall'autostrada del Sole, chiedendomi ogni volta come sarebbe stato bello andarci a pedalare. Sono le terre del Granducato di Parma e Piacenza, di Matilde di Canossa, di Enrico I. Ecco finalmente i vigneti, fra campi coltivati a grano e alberi da frutta. Paesaggi appena ondulati, aperti, verdissimi e campi ordinati e gentili come la gente che li coltiva. 

 

Un segnale indica "Quattro Castella" e in cima alla collina che domina il paese ne vediamo uno, di castello. Un caffè e una fetta di ‘erbazzone’ in un bar (che scopriamo essere un covo di juventini) e poi andiamo a visitare il castello. Sono due chilometri al 12-14%, ma in cima alla salita il castello non lo troviamo…vi si accede solo a piedi, da una stradina sterrata.

Di deviazioni rispetto all'itinerario previsto oggi, come ieri, ne abbiamo fatte tante. E infatti, invece di cento chilometri ne abbiamo fatti centotrenta (ieri centosessanta invece di centoventi). Regola aurea per i prossimi viaggi: aggiungere almeno il 20% alle distanze calcolate sulla carta, se lo spirito che vi anima è un po’ randagio.

Un altro cartello ci indica che siamo a "Lambrusco" e io, argutamente, informo i miei compagni di viaggio che siamo nella patria dell'omonimo vino.

Enrico è architetto, ed è pure un architetto colto. In quanto tale - architetto colto - ci impedisce di tirare dritti davanti al nome di paesi di cui niente sappiamo.

 

LE COLLINE PARMENSI
DIREZIONE BOLOGNA

Ma voi lo conoscevate Scandiano? Bene, noi no (tranne Enrico, of course). C'è un centro storico incredibile: un intero quartiere cinquecentesco raccolto intorno a un castello imponente, leggiadro, elegantissimo. Ma soprattutto, in una piazza di Scandiano, si allena Marco, ‘dirty jumper’ tostissimo. Lui con la bici non pedala, salta!

Ragazzi, sono arrivate le tigelle e le crescentine con prosciutto, formaggio, sottaceti e pancetta (insieme a una bricca di lambrusco). E vi devo salutare che se no si raffreddano.

Però vi segnalo: Sassuolo, che conoscevo solo per le ceramiche e invece custodisce un centro storico con una piazza e un palazzo ducale interamente decorato con affreschi manieristi. E statue dappertutto. Ce ne è anche una che non capisci bene se sia una statua non finita o l'abbozzo di un enorme fallo. Buona la seconda, ci spiega la guida. Però, questi Estensi…

Poi Maranello, con una splendida piazza rinascimentale disegnata dal Bramante. Scherzavo! A Maranello solo cavallini rampanti a nastro, e Testarosse come se piovesse.

Prima di addentare la prima tigella (il primo bicchiere lo sto scolando mentre digito come un cretino sullo smartphone), non posso non citarvi Vignola e le sue ciliegie.

 

Vi basta per una giornata in bici?

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DIREZIONE BOLOGNA
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