• Unesco in bici

L' incantevole Siena

Marco parte e arriva Luigi. Rientra Michele e la formazione è di nuovo al completo. Rimaniamo a bocca aperta di fronte al Palio… e alla marmitta rotta del nostro Van Mac

L' incantevole Siena
LE EMOZIONI DEL PALIO DI SIENA

Dopo una sveglia senza fretta andiamo a fare un giretto a Pienza per alcune riprese, in attesa della visita vera e propria di domenica con il professor Fabio Pellegrini.

La sera Marco abbandona l’equipaggio, tornando nel Regno Unito; così, mentre il giorno sta morendo, muore anche la prima fase del viaggio, lasciandoci già senza un elemento fondamentale. E’ un momento intenso: un passaggio attraverso il lento maturare di questa storia. Dopo aver attraversato montagne, pianure, laghi, città, aver raggiunto il mare ed essere penetrati tra le colline, nella discesa verso sud, Marco vola via, accarezzato dal rimpianto, verso nuovi orizzonti.

Dopo l’anticipata visita in Val D’Orcia, soli, Alessandro ed io, torniamo verso nord fino a San Gimignano, per riprendere il viaggio in bicicletta da dove l’avevamo interrotto. Sempre immersi nel verde delle colline toscane, approdiamo a Siena, nel giorno del Palio.

In campeggio ci viene fatto notare che sotto la pancia del camper penzola qualcosa: la marmitta. Il vecchio e arrugginito tubo di ferro non ha retto ai chilometri e alle buche: è rimasto attaccato al camper per miracolo, dondolando a pochissimi centimetri dal suolo. Le carrozzerie sono tutte chiuse, ferme per il Palio.

Ci improvvisiamo meccanici e ci infiliamo sotto il mezzo, insudiciandoci le mani di grasso, con la schiena scorticata dalla ghiaia. In qualche maniera fissiamo la ferraglia con del filo di ferro, sperando, domani, di trovare qualche meccanico che ci possa aiutare.

Alla televisione trasmettono il Palio. Dopo le settimane di preparazione, tutta la passione si concentra in un minuto e quindici secondi di corsa a cavallo intorno a Piazza del Campo, in mezzo alla folla ammassata. Dopo la lunga attesa, si dispongono i cavalli, poi, all’improvviso il Palio parte: tre vorticosi giri di piazza tra i colpi di scena e le cadute: vince la Selva, contro i pronostici, e si scatena l’euforia dei contradaioli.

Alla sera abbandono la postazione camper per raggiungere il centro in bicicletta. Vado a trovare Beatrice, mia sorella, studentessa di Lettere a Siena. La città mi accoglie illuminata a festa per il Palio, con le strade in confusione, i rulli di tamburi, le bandiere, i canti, le contrade in strada. Penetrando le mura, verso Piazza del Campo, mi si aprono all’improvviso piazze e strade in un labirinto di stretti vicoli; in questa notte di follia la storia di ogni portone, muretto, scalinata mi circonda in un vortice, confuso dal suonare ininterrotto delle campane e dalle processioni della contrada vincitrice.

LE EMOZIONI DEL PALIO DI SIENA
PER LE VIE DEL CENTRO STORICO

Il mattino dopo arriva Luigi, che ci aiuterà in questi ultimi dieci giorni nella penisola, prima di salpare per la Sardegna. Dopo colazione troviamo il meccanico, che con un intervento di bricolage salva la marmitta a colpi di martello e saldatrice: il camper è di nuovo messo in sesto e promette lunga vita.

Nel primo pomeriggio andiamo in Piazza Duomo dove ritroviamo Michele, tornato nuovamente da Milano. Con lui andiamo a incontrare, nell’ex ospedale di Santa Maria della Scala, il professor Gabriele Fattorini, uno dei curatori della mostra “Da Jacopo Della Quercia a Donatello”. Nelle sale del complesso museale, tra le volte dipinte, il professore ci racconta del Palio e della passione che lo avvolge fin dal Medioevo, in una città moderna, con grandi banche e università, contemporaneamente così antica, legata alla propria storia ed alle proprie rivalità, interne, tra le contrade, ed esterne, con l’eterna nemica Firenze. 

Mentre nella periferia la città si sviluppava seguendo le esigenze dei nuovi secoli, il centro, racchiuso dalle mura, manteneva quasi immutata la sua struttura e il suo carattere, facendo risuonare l’arte e la storia nelle vie, nel continuo e disordinato saliscendi di uno dei più importanti centri europei del Medioevo. Cosa può mancare a Siena? Fattorini crede che manchi un po' di coraggio, il coraggio di avventurarsi nell'arte contemporanea, che in un questa città rischia di essere visto come una minaccia, piuttosto che come una risorsa.

Usciti dalla città, approfittiamo dell'alloggio di mia sorella Beatrice per occuparle la cucina e preparare il pranzo. Poi, ci assettiamo per il viaggio in bici e aggrediamo l’asfalto, sotto il sole ancora torrido del tardo pomeriggio, per tornare a Pienza. Pronti per un'altra tappa Unesco.

 

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